Era giovanissima la vittima, poco più che un bambino il killer. A Napoli purtroppo l'età dei criminali, ma anche dei loro obiettivi, è sempre più bassa. Un quadro di violenza giovanile allarmante. Ha quindici anni il ragazzo che nella notte tra venerdì e sabato ha ucciso con un colpo di pistola alla testa un 19enne che era in macchina con gli amici in via Generale Francesco Pinto, nel quartiere Arenaccia, nel centro storico della città.
Dopo una breve fuga, quando la polizia lo aveva già identificato ed era già sulle sue tracce, il giovane si è costituto in questura, accompagnato dal suo avvocato: "Sono stato io". È stato fermato con l'accusa di omicidio aggravato e porto e detenzione illegali di arma da fuoco. Contro di lui le prove raccolte dagli uomini della sezione omicidi della squadra mobile di Napoli, che ora dovranno essere valutate dal gip della Procura dei minorenni. Marco Pio Salomone, qualche precedente per spaccio di droga, è stato ammazzato con un proiettile che gli ha trapassato la fronte mentre era in auto con gli amici nei pressi di una sala giochi intorno all'una e mezza di venerdì notte. La corsa al Cto di viale Colli Aminei non è servita. Troppo grave per essere operato, è morto poco dopo essere arrivato al pronto soccorso, dove solo l'intervento del personale di sicurezza è riuscito a contenere le reazioni dei familiari e degli amici accorsi appena saputa la notizia.
Il movente non è stato ancora chiarito e su questo gli inquirenti non parlano. Anche se i precedenti della vittima potrebbero far pensare a un delitto maturato nel mondo della droga, per questioni legate magari al controllo delle zone di spaccio o a una reazione ad uno sgarro, non sono escluse altre piste. Ci sono ancora molte zone d'ombra nei racconti dei testimoni e chi indaga deve accertare se gli amici della vittima hanno raccontato tutto quello che sanno o se stanno nascondendo qualcosa. È possibile che si sia trattato di un agguato premeditato, un regolamento di conti, come farebbero pensare i racconti di chi era presente. Sarebbe stata un'azione fulminea, mentre l'auto in cui viaggiava la vittima era in movimento. I giovani a bordo hanno sentito uno sparo e visto Marco Pio accasciarsi sul sedile con la testa insanguinata. Il colpo, esploso frontalmente, sarebbe poi uscito dal cranio. Il 19enne era conosciuto come una "testa calda", aveva diverse amicizie a rischio e un precedente importante: un anno fa venne trovato in possesso di cocaina rosa e altro stupefacente durante un blitz delle forze dell'ordine. Il 15enne che si è costituito ha detto di essere stato lui a premere il grilletto, ma gli inquirenti vogliono accertare se abbia agito da solo o se stia coprendo qualcuno. Per questo stanno approfondendo il contesto relazionale e criminale della vittima, che nonostante la sua giovanissima età era conosciuta negli ambienti investigativi.
Un fenomeno sempre più frequente, a Napoli, quello dei baby killer. Sconsolato un anziano abitante della zona: "Di sera siamo costretti a chiuderci in casa, sappiamo bene che uscire sarebbe molto poco prudente. In strada ci sono solo gruppi di giovani che fanno il bello e il cattivo tempo".