Per capire veramente come funzionano le banche bisogna lavorarci partendo dalla gavetta, dagli sportelli, anche se il tuo cognome è Sella. E questo Maurizio Sella (in foto), che si è spento nella notte tra sabato e domenica, lo sapeva bene. Il banchiere, nel 1966, subito dopo la laurea in economia, ha iniziato a lavorare nella banca di famiglia, fondata nel 1886 da Gaudenzio Sella, all'epoca guidata dallo zio Giorgio e dal padre Ernesto.
La gavetta è stata però breve e nel 1974 ha iniziato a ricoprire il ruolo di amministratore delegato e direttore generale della banca (che ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile netto di 119,4 milioni di euro). Ruolo che ha tenuto fino al 2002, guidandone la crescita su tutto il territorio nazionale. Dal 2000 fino al maggio di quest'anno, Maurizio è stato anche presidente di Banca Sella Holding, trasformando una banca di provincia in uno degli operatori più tecnologici sulla scena italiana, mantenendone gelosamente l'indipendenza in un mercato dove fusioni e aggregazioni negli ultimi anni hanno dato vita ai grandi gruppi.
In 60 anni, Maurizio Sella "ha guidato Banca Sella in una crescita solida e duratura e si è impegnato al servizio delle istituzioni e delle organizzazioni di rappresentanza del settore bancario e del mondo imprenditoriale, in Italia e in Europa", come ha spiegato la banca in una nota. E, proprio grazie al suo impegno imprenditoriale nel settore, nel 1991, a 49 anni, era stato nominato Cavaliere del Lavoro e poi nel 2018 Cavaliere di Gran Croce.
Sabato sera però, a 83 anni, non ci ha salutato solo uno dei simboli di Banca Sella, ma anche l'uomo che per quattro mandati, dal 1998 al 2006, è stato presidente dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi). Un periodo di grandi trasformazioni, privatizzazioni e consolidamento del settore bancario in Italia, segnato anche dallo storico passaggio dell'Unione all'euro.
Come suggerito dal ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, l'Italia saluta un "banchiere di altri tempi" che, come ha sottolineato Paolo Zangrillo, ministro della pubblica amministrazione, "per decenni ha guidato il suo gruppo con serietà e lungimiranza, contribuendo in modo decisivo alla crescita economica del Piemonte e dell'intero Paese".
Guardando al futuro della banca di Biella, l'amministratore delegato Pietro Sella ha fatto sapere che "nella pratica Maurizio aveva già da tempo predisposto ogni aspetto della sua successione. Ma quello che più di tutto ci lascia è una grande eredità morale, fatta di insegnamenti e di incrollabile fiducia, determinazione e lavoro per il futuro. La sua forza, il suo esempio, la sua integrità e la sua fiducia nel futuro sono e saranno sempre il nostro elemento distintivo".

