Alla fine Jerome Powell rimarrà al suo posto. Il numero uno della Federal Reserve viene attaccato quasi quotidianamente da Donald Trump perché non abbassa i tassi di interesse e secondo lui "dovrebbe dimettersi", ma dopo il venerdì nero di Wall Street e delle Borse mondiali per i dazi, il presidente Usa teme la reazione dei mercati. Così in un'intervista al network conservatore Newsmax spiega: "Lo rimuoverei in un batter d'occhio, ma dicono che ciò disturberebbe il mercato, tanto lui se ne andrà tra sette o otto mesi e io metterò qualcun altro, quindi molto probabilmente resterà al suo posto". Il segretario al Tesoro Scott Bessent d'altronde gli ha spiegato ripetutamente che rimuovere il capo della Fed sarebbe visto come un attacco all'autonomia della banca centrale americana e quindi all'affidabilità del Paese. Nel frattempo The Donald può consolarsi con le dimissioni della governatrice Adriana Kugler, la quale ha annunciato che lascerà il suo incarico nel board l'8 agosto: il suo mandato sarebbe dovuto terminare a gennaio 2026, ma l'ex funzionaria della Banca Mondiale, nominata nel consiglio di amministrazione della Fed dall'ex presidente Joe Biden e confermata dal Senato nel 2023, ha deciso di abbandonare in anticipo e tornare alla Georgetown University come docente. La mossa offre a Trump l'opportunità di una nomina alla Fed prima del previsto, permettendogli di plasmarne la leadership, e infatti si è detto "molto contento" dell'imminente posto vacante (ribadendo che anche "Powell dovrebbe dimettersi", proprio come ha fatto Kugler).
Intanto, venerdì sera, il presidente ha chiesto il licenziamento del capo dell'agenzia di statistica economica Usa Erika McEntarfer (nominata da Biden), accusandola di errori e manipolazioni dei dati a scopo politico dopo i deludenti risultati sull'occupazione, una scelta che ha sconcertato alcuni economisti e i suoi oppositori. "Sono appena stato informato che i numeri sull'occupazione' del nostro Paese sono stati prodotti da una persona scelta da Biden, che ha falsificato i dati prima delle elezioni per cercare di aumentare le possibilità di vittoria di Kamala Harris. Si tratta dello stesso Ufficio delle Statistiche del Lavoro che ha sovrastimato la crescita dell'occupazione a marzo 2024 di circa 818mila unità e, poi, subito prima delle elezioni presidenziali del 2024, ad agosto e settembre, di 112mila unità" afferma Trump su Truth. "Abbiamo bisogno di dati sull'occupazione precisi, per questo ho dato ordine al mio team di licenziarla immediatamente. Sarà sostituita con qualcuno molto più competente e qualificato" continua, ripetendo che "i dati di venerdì sono stati truccati per mettere in cattiva luce i repubblicani, e me". Immediate le critiche degli oppositori di The Donald: "Licenziare il capo di un'agenzia governativa strategica perché non si apprezzano i numeri che produce è ciò che accade nei paesi autoritari, non in quelli democratici" denuncia Larry Summers, ex segretario al Tesoro sotto la presidenza democratica di Bill Clinton e poi consigliere di Barack Obama. E pure il sito Axios avverte che il siluramento "è solo un esempio lampante in una settimana segnata da tratti fortemente autoritari: epurazioni di dissidenti, riscrittura della storia, criminalizzazione dell'opposizione e richiesta di lealtà istituzionale assoluta".