La coppa degli abbandonati è un calice pieno di tutto il dolce che vogliamo. Perché siamo campioni del mondo per la terza volta di fila, la quarta nella nostra storia, e siamo campioni tanto italiani e molto romani e un poco americani visto che un simile filotto di trionfi consecutivi non arrivava da oltre 50 anni, quando gli ultimi erano stati proprio gli dei della racchetta a stelle e strisce. La coppa che temevamo di abbandonare è rimasta da noi grazie agli azzurri abbandonati da Sinner che, diavolo di un meraviglioso azzurro delle terre alte e fresche, in fondo aveva capito e previsto tutto abbandonandoli, neanche fosse il genitore che piccolo mio, forza, vai avanti da solo anche se la bicicletta ora è senza rotelle. Questo stava nascosto nella sue parole, in quell'«abbiamo una squadra incredibile e possiamo vincerla anche senza di me» che pareva un modo per giustificare l'assenza e assume adesso il sapore dolce della preveggenza, chiamiamola consapevolezza. Non lasciamo però che il dolce nel calice della coppa fermenti e ci inebri come alcol facendoci dimenticare che la coppa resta, sì, in Italia, ma ci resta grazie agli abbandonati da Sinner che hanno battuto altri abbandonati. Quelli da Alcaraz.
La dolce coppa degli abbandonati e Sinner preveggente
Scritto il 24/11/2025
da Benny Casadei Lucchi

